Perché entrare in politica

In un contesto che ha sempre considerato il disabile come un peso, rinunciando a trovare la giusta collocazione dello stesso in una visione d’insieme concertata con le altre realtà sociali, il riproporre certi concetti di base anche se possono sembrare obsoleti o retorici, serve a ricordare che le persone con disabilità chiedono pari opportunità e non beneficenza.
Per questo ritengo assolutamente valido il principio che l’integrazione in una società tecnologicamente avanzata, di per sé ostile alle parti non produttive, deve essere utilizzata per una reale prevenzione e come base per una reale lotta contro l’emarginazione.
Il vecchio atteggiamento, basato in gran parte sulla compassione per la mancanza di autonomia e di difesa, è oggi inaccettabile.

Il dovere della società, nella quale tutti viviamo, è quello di liberare gli uomini dagli ostacoli, aiutarli a ritrovare il loro equilibrio, sostituire l’ordine al disordine e realizzare esperienze conoscitive e prassi coordinate in un insieme coerente e consapevole.

Una società che esclude parte dei suoi componenti, è una società impoverita; la comprensione, volta ad innalzare le condizioni delle persone disabili, porterà inevitabilmente a considerare questo nostro pianeta un posto dove poter vivere meglio.

Spero, quanto prima, di cominciare ad occuparmi della realtà del territorio trasformando le parole in fatti.

Ringrazio quanti mi sosterranno questa opportunità data non solo a me, ma a molte persone che non hanno voce e che, mio tramite, ricercano solo un po’ di serenità e dignità per la loro vita.